In
inverno la
Val di Genova offre
la visione di un paesaggio irreale, immerso nel silenzio,
illuminato dalle trasparenze delle cascate gelate.
Sembra una valle incantata, attraversata dalla magia di Harry
Potter o del Signore degli Anelli, con la sua gran barba bianca;
e proprio a vecchi giganti con la barba di ghiaccio assomigliano
le rocce della Valle di Genova, con le cascate che la segnano.
La
Valle, che da
Pinzolo e
Carisolo in
val
Rendena, s'incunea per 13 chilometri fino ai ghiacciai
del
Mandrone e delle
Lobbie,
l'estate è tutta una sinfonia d'acqua, dal
Sarca alle
cascate sonanti. Grazie alle battaglie ambientaliste degli
anni sessanta la Val Genova è una delle pochissime (se
non l'unica) valle alpina con le acque ancora libere, selvagge,
non domate dagli impianti idroelettrici. Le sue cascate non
vanno "ad ore", non si aprono e chiudono con il rubinetto.
L'inverno, invece, la valle appare ferma, congelata, bloccata:
il Sarca si trasforma in un pezzo di pack polare, le cascate
si stagliano sulle rocce come giganti muti, nell'attesa di
risveglio. Il paesaggio è strano ma affascinante.
Solitamente
l'inverno la Val Genova - che per la sua posizione incassata
non riceve mai il sole - è immersa nella neve
bianchissima e solo le cascate emergono come sciabolate di
luce, quasi un sogno per raggiungere la luce.
Si può percorrere con gli sci ma occorre prestare attenzione,
perché il pericolo di valanghe è alto.
La prima cascata che s'incontra è anche la più bella:
la
Cascata del Nardis.
L'acqua proviene direttamente dal ghiacciaio della
Presanella e
nell'ultimo tratto, prima di confluire nel Sarca scroscia vistosamente,
biforcandosi, con un salto di circa 130 metri.
In
inverno questi 130 metri sono colonne di ghiaccio
durissimo, vetrato, azzurro. Facilmente raggiungibile
dalla strada, proprio di fronte al rifugio della
famiglia Fostini (mille metri di quota), la Cascata
del Nardis è diventata una delle
mete preferite dagli arrampicatori che amano questa
specialità difficile (la tenuta dei chiodi
sul ghiaccio è sempre problematica, non
bisogna proprio volare) e atletica (si sale in
equilibrio appoggiati su quattro punte di ramponi
e "tirati" da due punte di piccozza).
Durante le vacanze di Natale 2001 anche sette,
otto cordate si sono cimentate contemporaneamente
lungo la cascata alla ricerca della placca giusta:
che se non è "giusto" il ghiaccio
si sgretola come un cristallo al colpo di piccozza
e la colonna di ghiaccio precipita come un castello
di carte. Narrano i testimoni che a Capodanno l'alpinista
più veloce
ha percorso i 130 metri di scalata in mezz'ora, salendo
da solo, senza corda né assicurazioni.
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È l'inverno
il periodo più adatto per ammirare i giganti di
ghiaccio della
Val Genova.
Raggiunto il Nardis si può proseguire inoltrandosi nella
valle. In un'ora di camminata si può ammirare l'altra
grande cascata, quella del
Lares.
Il freddo è intenso ma il paesaggio unico riscalderà il
vostro cuore!